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    Portineria: un esempio da non imitare

    pubblicata il 18-09-2014


    Quante volte, entrando in un condominio, ci accorgiamo che la portineria (dove c'è) e l'alloggio del portiere sono ricavati in locali poco illuminati, a volte umidi, malsani o ricavati da un sottoscala o da uno scantinato?
    Quante volte, in assemblea, ci dimentichiamo di quel minimo di manutenzione o miglioria che il portiere ci richiede da anni o che l'amministratore, bontà sua, propone ciclicamente?
    Quante volte abbiamo pensato che, in fondo, il portiere, oltre lo stipendio ha anche l'alloggio gratuito e che si arrangi con quello che gli viene dato?

    Attenzione: "confinare" il portiere di uno stabile in un locale insalubre - come un seminterrato, o un appartamento umido e senza finestre - potrebbe costare caro ai condomini. Può infatti determinare danni per la salute.

    È quanto accaduto in una vicenda presa in esame dalla Corte di Cassazione relativa al contenzioso tra una portiera e il condominio presso il quale lavorava. La donna aveva trascorso anni al chiuso di un seminterrato estremamente umido e ciò aveva determinato un aggravamento dei dolori e delle difficoltà di movimento legati alla sua artrosi.

    Secondo la Cassazione (sentenza 18247/2014) l'ex lavoratrice ha diritto al risarcimento del danno non patrimoniale, sulla base del rilievo che anche laddove il rapporto di consequenzialità fra i disturbi fisici e l'ambiente di lavoro non possa dirsi con totale certezza "esclusivo, assoluto e determinante", è da ritenersi comunque sufficiente - come causa concorrente del danno - a configurare un diritto al risarcimento.



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