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    Conti correnti condominiali, per l’Anaci, hanno costi troppo alti

    pubblicata il 30-10-2013


    ROMA - Nella maggior parte dei casi, i condomìni non si vedono riconosciuta la qualifica di persone fisiche ma quella di persone giuridiche, con conseguente aggravio dell’imposta di bollo applicata sui conti correnti intestati agli stabili. È questa la denuncia dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari (Anaci), emersa a margine di un’indagine conoscitiva condotta sulle principali banche del Paese.

    Secondo l'Associazione, la maggior parte degli istituti adotterebbe pratiche commerciali scorrette in merito alla definizione dell'importo dell'imposta di bollo su conti on line o tradizionali destinati alla gestione delle risorse comuni degli inquilini.

    I condomini vengono, infatti, erroneamente riconosciuti come «persone giuridiche», soggette in quanto tali al pagamento di un imposta di bollo più alta (100 euro anziché 34,20 euro). Tale qualifica – spiega l’Anaci – è inappropriata poiché, come disciplina la legge vigente in materia, indica le società pubbliche e private e i professionisti e non i consumatori (come appunto i condomìni), che invece devono essere trattati alla stessa stregua delle persone fisiche.

    Oltre all’imposta di bollo, ai conti correnti condominiali vengono solitamente applicati commissioni più alte per eventuali sconfinamenti, in virtù della stessa distinzione tra persone fisiche e giuridiche.

    «Si tratta di una situazione alla quale occorre porre immediatamente rimedio - ha dichiarato Pietro Membri, Presidente Anaci - soprattutto nella grave condizione economica delle famiglie rilevata recentemente dall’Istat secondo cui le spese per l’abitazione nel 2012 sono aumentate del 7,1%, evidenziando che nella progressiva diminuzione delle voci di spesa che caratterizzano i consumi delle famiglie, l’unica di queste che ha subito aumenti è stata quella dell’abitazione».

    L’Anaci si è, quindi, mobilitata per richiedere l’immediato intervento dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), incaricata di far luce su questa pratica purtroppo molto diffusa nel mondo bancario.

    Fonte: SuperMoney



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